Questa mattina si è tenuta presso il Fatebenefratelli,
l’assemblea del personale indetta dalle tre sigle confederali.
L’obiettivo dell’incontro è stato
spiegare ai lavoratori, quale strategia abbia messo in campo l’azienda su tutto
il territorio nazionale, in tema di arretrati e rinnovo contrattuale, e perché
CGIL, CISL e UIL, non abbiano accettato l’accordo proposto.
Le tre sigle confederali
unitariamente hanno rigettato la proposta
del Fatebenefratelli, perché subdola e scorretta, dal punto di vista
contrattuale ed etico.
I lavoratori sono privi del
rinnovo contrattuale dal 2007, dopo anni di lunghe attese e di assenza di
confronto e contrattazione, l’Azienda, paypassando il tavolo nazionale deputato
a trattare il rinnovo contrattuale ed i conseguenti arretrati, convoca nelle
diverse sedi presenti sul territorio nazionale, i rappresentanti sindacali
aziendali, e in stile “Marchionne” pretende di contrattare temi nazionali, a
livello di singola “unità produttiva”.
Si prova a dividere l’unità
sindacale, peraltro usando toni minacciosi, nei confronti dei sindacalisti, che
non fanno altro che rivendicare corrette relazioni sindacali e il pagamento
completo e certo del dovuto, è bene ricordare che si tratta di soldi pubblici e
non di denari gentilmente “messi nel piatto” dal Fatebenefratelli.
La scorrettezza è aver provato a
prendere per la gola i lavoratori facendo loro intravedere la possibilità di
percepire degli arretrati, come fosse una “gentile concessione”, peraltro
proponendo una tantum e quindi forfetizzando il dovuto, con una messa a regime
del presunto dovuto dal 01.01.2018. Cosa ancor più grave, il pagamento viene
subordinato alla disponibilità economica dell’Azienda, che viene definita “in
crisi”, nello stesso accordo, in quanto soggetta a tagli consistenti delle
rimesse regionali, e dunque presumibilmente non in grado di garantire il
pagamento della suddetta una tantum.
Altro passaggio subdolo e
scorretto è il riferimento, che il Fatebenefratelli fa, alla Sentenza della
Corte Costituzionale, relativa al blocco dei contratti nel pubblico impiego.
Nulla ha a che fare quel
pronunciamento con il contratto e il dovuto dei dipendenti del
Fatebenefratelli.
Per questi motivi, stamane i
lavoratori hanno condiviso la posizione assunta dai sindacalisti, non
condividendo la proposta dell’Azienda e invitando l’Azienda a ricollocare la
trattativa nel giusto alveo, che è quello nazionale, per discutere dei suddetti
temi.
L’assemblea ha deciso di
proclamare lo stato di agitazione dei dipendenti e di chiedere, unitamente alle
segreterie provinciali e regionali un incontro con la Regione Campania , affinchè si
chiarisca se i 40 milioni, di soldi pubblici, pagati dalla Regione al
Fatebenefratelli di Benevento, nei mesi scorsi, comprendano o meno gli
arretrati contrattuali, dal momento che l’Azienda nulla ha pagato ai
lavoratori, trattenendo tutto per sé, sostenendo che in quel monte di denari,
non sarebbero inclusi “guarda caso”, proprio i soldi per chi quotidianamente
garantisce assistenza e professionalità per poco più di mille euro al mese…
Benevento lì, 17/07/2015
CGIL FP/prov CISL FP UIL FPL/prov.
Taddeo Pompeo Imbriani Silvano De Luca
Giovanni
CGILFP/aziendale
UILFPL/aziendale
Antonio Coretti
Ciero Antonio