sabato 18 luglio 2015

Assemblea dei lavoratori Fatebenfratelli


Questa mattina si è tenuta presso il Fatebenefratelli, l’assemblea del personale indetta dalle tre sigle confederali.
L’obiettivo dell’incontro è stato spiegare ai lavoratori, quale strategia abbia messo in campo l’azienda su tutto il territorio nazionale, in tema di arretrati e rinnovo contrattuale, e perché CGIL, CISL e UIL, non abbiano accettato l’accordo proposto.
Le tre sigle confederali unitariamente hanno rigettato la proposta  del Fatebenefratelli, perché subdola e scorretta, dal punto di vista contrattuale ed etico.
I lavoratori sono privi del rinnovo contrattuale dal 2007, dopo anni di lunghe attese e di assenza di confronto e contrattazione, l’Azienda, paypassando il tavolo nazionale deputato a trattare il rinnovo contrattuale ed i conseguenti arretrati, convoca nelle diverse sedi presenti sul territorio nazionale, i rappresentanti sindacali aziendali, e in stile “Marchionne” pretende di contrattare temi nazionali, a livello di singola “unità produttiva”.
Si prova a dividere l’unità sindacale, peraltro usando toni minacciosi, nei confronti dei sindacalisti, che non fanno altro che rivendicare corrette relazioni sindacali e il pagamento completo e certo del dovuto, è bene ricordare che si tratta di soldi pubblici e non di denari gentilmente “messi nel piatto” dal Fatebenefratelli.
La scorrettezza è aver provato a prendere per la gola i lavoratori facendo loro intravedere la possibilità di percepire degli arretrati, come fosse una “gentile concessione”, peraltro proponendo una tantum e quindi forfetizzando il dovuto, con una messa a regime del presunto dovuto dal 01.01.2018. Cosa ancor più grave, il pagamento viene subordinato alla disponibilità economica dell’Azienda, che viene definita “in crisi”, nello stesso accordo, in quanto soggetta a tagli consistenti delle rimesse regionali, e dunque presumibilmente non in grado di garantire il pagamento della suddetta una tantum.
Altro passaggio subdolo e scorretto è il riferimento, che il Fatebenefratelli fa, alla Sentenza della Corte Costituzionale, relativa al blocco dei contratti nel pubblico impiego.
Nulla ha a che fare quel pronunciamento con il contratto e il dovuto dei dipendenti del Fatebenefratelli.
Per questi motivi, stamane i lavoratori hanno condiviso la posizione assunta dai sindacalisti, non condividendo la proposta dell’Azienda e invitando l’Azienda a ricollocare la trattativa nel giusto alveo, che è quello nazionale, per discutere dei suddetti temi.
L’assemblea ha deciso di proclamare lo stato di agitazione dei dipendenti e di chiedere, unitamente alle segreterie provinciali e regionali un incontro con la Regione Campania, affinchè si chiarisca se i 40 milioni, di soldi pubblici, pagati dalla Regione al Fatebenefratelli di Benevento, nei mesi scorsi, comprendano o meno gli arretrati contrattuali, dal momento che l’Azienda nulla ha pagato ai lavoratori, trattenendo tutto per sé, sostenendo che in quel monte di denari, non sarebbero inclusi “guarda caso”, proprio i soldi per chi quotidianamente garantisce assistenza e professionalità per poco più di mille euro al mese…
Benevento lì, 17/07/2015

  CGIL FP/prov                                            CISL FP                                     UIL FPL/prov.
 Taddeo Pompeo                                    Imbriani Silvano                           De Luca  Giovanni

 CGILFP/aziendale                                                                                      UILFPL/aziendale

 Antonio Coretti                                                                                              Ciero Antonio